Shein, Fast Fashion e Riciclo del Poliestere: Un Passo Verso la Sostenibilità?

riciclo del poliestere Shein

Il fast fashion, con la sua produzione rapida e a basso costo di abbigliamento, è da tempo sotto accusa per il suo impatto ambientale. L’ultra-fast fashion, come quella praticata da Shein, aggrava ulteriormente questi impatti, immettendo sul mercato migliaia di nuovi modelli ogni giorno. Questo modello di business porta a un consumo eccessivo, alla produzione di enormi quantità di rifiuti tessili e a un maggiore impatto ambientale complessivo. Tuttavia, alcune aziende del settore stanno iniziando a esplorare soluzioni per ridurre il loro impatto, con un focus particolare sul riciclo del poliestere.

Il fast fashion si basa sull’utilizzo di materiali sintetici derivati dal petrolio, come poliestere, nylon, acrilico, poliuretano ed elastan. Questi materiali sono di origine fossile e contribuiscono all’impatto ambientale dell’industria della moda, con un elevato consumo di petrolio. L’industria della moda consuma annualmente tanto petrolio quanto l’intera Spagna.

Inoltre, la produzione di questi tessuti spesso implica l’uso di sostanze chimiche pericolose, che possono danneggiare la salute umana e l’ambiente.

Analisi di Greenpeace hanno rivelato che molti prodotti Shein contengono sostanze chimiche pericolose, come ftalati, formaldeide e nichel, in concentrazioni superiori ai limiti stabiliti dalle normative europee. Queste sostanze sono state riscontrate in capi di abbigliamento, scarpe e accessori, inclusi prodotti per bambini.

Il riciclo del poliestere: una soluzione?

Nonostante le critiche, alcune aziende di fast fashion stanno investendo in soluzioni di riciclo, in particolare per il poliestere. Shein, ad esempio, ha sviluppato un processo di riciclo chimico del poliestere in collaborazione con la Donghua University. Questo processo permette di riciclare una vasta gamma di materiali, inclusi scarti tessili e bottiglie di PET.

La tecnologia prevede la scomposizione, la raffinazione e la ricostituzione dei polimeri, consentendo di riutilizzare il materiale più volte senza comprometterne la qualità.

L’obiettivo di Shein è di convertire il 31% del poliestere utilizzato nei suoi prodotti in poliestere riciclato entro il 2030. La produzione su scala industriale di fibre di poliestere riciclate è prevista per giugno 2025, con un obiettivo di 3.000 tonnellate all’anno.

Oltre al riciclo del poliestere, Shein ha intrapreso altre iniziative sostenibili, come la creazione della collezione “evoluSHEIN x Anitta”, realizzata con Regracell®, una fibra derivata da rifiuti tessili e legno certificato FSC, e la collaborazione con Aloqia per utilizzare tessuti deadstock.

Le critiche e le prospettive future

Nonostante questi sforzi, è importante considerare le critiche mosse da organizzazioni come Greenpeace. Greenpeace sostiene che il modello di business dell’ultra-fast fashion è incompatibile con la sostenibilità ambientale. Le iniziative di riciclo sono viste come un passo avanti, ma insufficienti a compensare l’impatto negativo del modello di business basato sulla produzione e sul consumo eccessivo. Un cambiamento reale richiede un approccio olistico che comprenda la riduzione della produzione, il miglioramento della qualità dei prodotti e una gestione più responsabile dell’intera filiera.

I consumatori hanno un ruolo cruciale nel promuovere pratiche più sostenibili. Scegliere di comprare meno abiti, prediligere la qualità, il riutilizzo e l’abbigliamento vintage o di seconda mano può influenzare le pratiche delle aziende di moda.

Cos’è il regolamento REACH e come si applica all’abbigliamento?

Il regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals) è una normativa dell’Unione Europea che stabilisce i valori limite per l’uso di determinate sostanze chimiche pericolose nei prodotti di consumo, inclusi abbigliamento, accessori e calzature. Il suo scopo è proteggere la salute umana e l’ambiente, imponendo limiti alle concentrazioni di queste sostanze nei materiali.

GLOSSARIO

  • Fast fashion: Un modello di business basato sulla produzione rapida e a basso costo di abbigliamento, seguendo le ultime tendenze della moda.
  • Ultra-fast fashion: Una forma estrema di fast fashion caratterizzata da una velocità di produzione e un rinnovo delle collezioni ancora più elevati, come nel caso di Shein.
  • Poliestere: Una fibra sintetica derivata dal petrolio, ampiamente utilizzata nell’industria tessile.
  • PET (Polietilene Tereftalato): Un tipo di plastica utilizzata principalmente per bottiglie e imballaggi, che può essere riciclato.
  • Ftalati: Composti chimici utilizzati come plastificanti, che possono essere dannosi per la salute.
  • Formaldeide: Un composto chimico utilizzato nel settore tessile, considerato irritante e potenzialmente cancerogeno.
  • Nichel: Un metallo che può causare reazioni allergiche in contatto con la pelle.
  • Sostanze chimiche pericolose: Sostanze che possono avere effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente.
  • Regracell®: Una fibra innovativa realizzata da rifiuti tessili e legno certificato FSC, utilizzata da Shein.
  • Deadstock fabrics: Tessuti in eccedenza o rimanenze di altre produzioni, recuperati e riutilizzati.
  • FSC (Forest Stewardship Council): Un sistema di certificazione che attesta la gestione sostenibile delle foreste.
  • Feedstock: Materiale grezzo utilizzato per la produzione, che nel contesto del riciclo può essere pre- o post-consumo.
  • Materiali sintetici: Materiali creati artificialmente attraverso processi chimici, come poliestere, nylon, acrilico, poliuretano ed elastan.
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