Moda scintillante e il pianeta paga il conto

Moda scintillante

Moda scintillante. C’è un momento, sotto le luci morbide di una festa, in cui gli abiti scintillanti catturano ogni sguardo. Un attimo in cui il luccichio delle paillettes sembra quasi raccontare storie di glamour e spensieratezza. Ma se si osserva più da vicino, dietro quella superficie brillante, si nasconde un’ombra silenziosa: l’impronta che lasciamo sul mondo per farlo brillare così. È una bellezza che abbaglia, ma ci obbliga a chiederci se ne valga davvero la pena.

L’illusione della brillantezza

La moda delle paillettes ha conquistato le passerelle e i negozi, irradiando scintillii in ogni angolo, dai grandi magazzini a boutique di lusso come Harrods. Tuttavia, dietro l’apparente fascino si cela una realtà oscura: le paillettes, i glitter e gli abbellimenti scintillanti sono realizzati con materiali plastici non biodegradabili, un sottoprodotto dell’industria petrolchimica. Questi elementi rappresentano una delle sfide più complesse per la sostenibilità della moda.

La critica non arriva solo dai consumatori attenti, ma anche da figure influenti come Carmen Busquets, fondatrice di Net-a-Porter, che descrive l’industria come “pigra” e “avida”. Questo giudizio risuona particolarmente osservando i pavimenti dei negozi pieni di capi che brillano come sfere da discoteca, spesso venduti da marchi che proclamano ambizioni ecologiche.

L’eccellenza artigianale

Molti capi vintage sono il risultato di un’artigianalità oggi rara. Dettagli come ricami fatti a mano, tessuti di alta qualità e tagli impeccabili testimoniano un’epoca in cui il tempo dedicato a ogni creazione era un valore aggiunto. Yves Saint Laurent, ad esempio, parlava dei suoi abiti come “sculture per il corpo”, un approccio che ancora oggi ispira molti stilisti contemporanei.

Le contraddizioni dei marchi di moda

Molti marchi di fama internazionale, da Zara a Chanel, promuovono campagne di sostenibilità, ma continuano a vendere montagne di capi pieni di paillettes e glitter. Alcuni esempi emblematici includono:

  • M&S: un colosso che promuove il suo “Piano A: il nostro pianeta”, ma offre collezioni di feste interamente glitterate.
  • Next: mentre pubblicizza riduzioni delle emissioni, offre migliaia di capi scintillanti.

Queste contraddizioni mettono in dubbio la credibilità delle dichiarazioni sulla sostenibilità di molte aziende. Il Circularity Report del 2024 evidenzia che negli ultimi sei anni sono stati consumati oltre mezzo trilione di tonnellate di materiali, un dato che sottolinea l’urgenza di un cambiamento.

Paillettes: una questione di salute e ambiente

Le microplastiche generate dalle paillettes e dai glitter rappresentano una minaccia non solo per l’ambiente, ma anche per la salute umana. I piccoli frammenti di plastica:

  • Si accumulano in ecosistemi vitali, come le calotte polari e gli oceani.
  • Sono stati rilevati nel latte materno e persino nei tessuti cerebrali.
  • Possono interferire con il sistema endocrino, portando a problemi di fertilità e malattie croniche.

George Harding Rolls, di Actions Speak Louder, avverte che queste particelle sono ormai impossibili da eliminare, causando danni permanenti.

Moda scintillante: si può fare meglio?

Alternative sostenibili

Esistono soluzioni per ridurre l’impatto ambientale senza sacrificare la brillantezza:

  1. Materiali biodegradabili: paillettes realizzate con bioplastica derivata da alghe.
  2. Second-hand e vintage: capi di qualità superiore che evitano la produzione di nuovi rifiuti.
  3. Noleggio: piattaforme come HURR e Rent the Runway offrono abiti scintillanti per occasioni speciali.

Suggerimenti pratici per una moda scintillante ma più sostenibile

Integrare uno stile più sostenibile nel guardaroba quotidiano è possibile con alcune accortezze:

  • Scegli capi con abbellimenti realizzati artigianalmente o con materiali naturali.
  • Evita acquisti impulsivi per eventi specifici, optando per capi versatili e riutilizzabili.
  • Valuta marchi che dimostrano trasparenza nelle loro pratiche produttive.

Se vuoi davvero brillare, marchi come Stella McCartney e Proenza Schouler stanno iniziando a usare “bio-paillettes” fatte di materia vegetale, che si biodegradano. Aspiga usa paillettes riciclate, che vengono recuperate dalle discariche e riutilizzate, e questa è un’opzione migliore. Anche l’usato è preferibile, e i negozi di beneficenza sono pieni di abiti da festa scartati, ma non penso che dovremmo indossare la plastica: fa male alla nostra salute e non è più attraente o bella.

Una riflessione

La moda deve riconoscere la propria responsabilità nell’influenzare le scelte dei consumatori. Continuare a promuovere capi insostenibili non è solo una questione di incoerenza, ma di etica. Il futuro richiede un cambiamento radicale verso pratiche più consapevoli e rispettose dell’ambiente. Solo attraverso l’innovazione e l’educazione possiamo sperare di rendere la moda non solo bella, ma anche giusta.

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